Beccaccino

- Categoria: Caccia

C’è un solo Re degli acquitrini: il beccaccino, la saetta alata. Preda molto ambita e impegnativa, essa rappresenta per molti cacciatori l’esaltazione delle proprie capacità. Il tiro, spesso molto difficile e ai limiti della portata utile del fucile, richiede un’eccellente preparazione tecnica. Paludi, marcite, risaie sono gli habitat preferiti da questo scolopacide, grande migratore presente nell’Europa Meridionale e in Africa Settentrionale. In Italia lo si può trovare soprattutto nel periodo febbraio-aprile e agosto-novembre da nord a sud nelle zone umide. Oltre ai luoghi citati in precedenza, la preda è solita frequentare stoppie di grano e mais, campi di pomodori e zone golenali limitrofe a corsi d’acqua o laghi. Altrettanto certamente non va cercato su terreni asciutti, in quanto farai un buco nell’acqua… che non c’è (altrimenti ci sarebbe anche lui!).

Sottolineiamo che la caccia al beccaccino è soggetta a restrizioni tuttora vigenti: non potrai abbatterlo all’aspetto né da appostamento. La caccia vagante con o senza cane da ferma è dunque la soluzione possibile, sicuramente entusiasmante anche se molto difficile da praticare per la difficoltà del terriotio. Risulta perciò fondamentale la conoscenza sia del luogo in cui ci si trova a cacciare, sia delle abitudini dell’animale; inoltre nelle tue vene deve scorrere prepotente la voglia di camminare nel fango e nell’acqua. A tutto ciò non può mancare una buona mira, ovviamente!

Il beccaccino è come una saetta nel cielo, sempre pronto ad allontanarsi. Posso recuperarlo, penserai. Non è così facile, sai? Il selvatico è solito disegnare una traiettoria nell’aria a zig-zag subito dopo l’involo, dopo averto salutato con il suo classico “bacio”. Non solo: è in grado di volare controvento. Cerca perciò di dare le spalle al vento per avere la possibilità di trovartelo di fronte ed effettuare un tiro più agevole. Sparo? Non sparo? Aspetta! Attendi il finire dello zig-zagare per evitare di sparare al nulla e poi, quando il volo è più lineare, colpisci! Ci credi ora che è veramente difficile come forma di caccia?

Per questo un buon fucile, maneggevole e leggero, è fondamentale. Come da tabella sottostante, il semiautomatico deve essere poco strozzato in prima canna, mentre la seconda è preferibile che abbia una buona portata. D’altro canto, sovrapposti e doppiette ti consentiranno un doppio valore di strozzatura e la possibilità di adattare la cartuccia al tiro che solitamente avverrà in un raggio d’azione medio/lungo.

Tipo di cacciaCalibroLunghezza canneSemiautomaticoSovrapposto/DoppiettaCartuccia Gr.Piombo Nr.
Vagante 12 66 / 71 *** / ** *** / * 32 / 34 10 / 9 / 8
Vagante 20 66 / 71 *** / ** *** / * 28 10 / 9
Vagante 28 71 *** / ** *** / * 21 / 24 10 / 9
Vagante .410 71 *** / ** *** / * 19 10 / 9

Quando si utilizzano semiautomatici con strozzatura ** / * è opportuno in prima canna l’utilizzo di cartucce con borra in feltro o bior per sfruttare maggiormente quei tiri ravvicinati che la saetta alata vorrà offrirci in particolari e fortunate giornate. Ricorda anche che il selvatico, vivendo in zone umide e soggette al divieto di utilizzo del piombo, richiederà l’utilizzo di cartucce in acciaio o materiali alternativi e strozzatori marcati “Steel Shot“.

Questa caccia ti “ruberà” molta energia: piedi nel fango, pozze d’acqua, fossi… la stanchezza fisica e talvolta mentale si faranno sentire, ma la consapevolezza che si sta cercando un animale veramente difficile da catturare deve essere in primis stimolo e motivazione. Non lasciarti abbattere dall’insuccesso. Il Re dell’acquitrino merita questo titolo non per niente! Sta di fatto che, una volta spodestato dal suo trono e portato in tavola, sarai tu il nuovo Re, pronto a gustare le sue carni raffinate e prelibate che ripagheranno tutti i sacrifici sostenuti in precedenza.

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Al prof. Simone Bertini e Diego Apostoli va il nostro grazie per la disponibilità ed il tempo prezioso dedicatoci per la stesura di queste guide.