Intervista a Riccardo Filippelli

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ULTIMO AGGIORNAMENTO MARZO 2020

Abbiamo intervistato Riccardo Filippelli, classe 1980, tiratore italiano specializzato nello skeet. Appartiene al Centro Sportivo Olimpico dell'Esercito e si allena sul campo TAV Laterina. Attivo dal 2008, ha conquistato una medaglia d’oro, una d’argento e una di bronzo ai mondiali e un oro e un bronzo agli europei. Che strozzatori usa? Scopritelo qui!

1. Com’è nata la passione del tiro a volo?

La mia passione è nata nel 2008, quando provai per gioco a tirare alla mia prima serie di 25 piattelli, allo skeet. Capii subito che era scattato un qualcosa, una sensazione che davvero a parole non si può spiegare, una vibrazione che passa dagli occhi, attraversa le dita e arriva fino alla punta dei piedi. Da quel giorno iniziai la gavetta, percorrendo la lunga strada che dalle categorie più basse mi ha portato fin dove sono ora.

2. Come hai capito che lo skeet era la tua disciplina?

Diciamo che non l’ho capito, ma l’ho sentito. Quando tentai i primi tiri allo skeet mi resi conto che stavo sperimentando l’unica cosa che avrei voluto davvero fare nella vita; semplicemente non potevo saperlo finché non l’ho provato! Ho ascoltato il mio istinto e ho seguito questa nuova grande passione. Credo che sia per tutti la scelta migliore da fare, sempre!

3. Qual è stata la tua vittoria più emozionante?

Bella domanda! Tutte le vittorie hanno qualcosa di speciale, ma forse la più emozionante è stata la prima in assoluto; parlo della prima vittoria in Coppa del Mondo, nel 2014, al mio esordio internazionale. Mi trovai a spareggiare per l’oro con il più forte tiratore del momento, Tore Brovold! Devo ammettere che riuscire nell’impresa di batterlo è stato veramente emozionante. Fu una soddisfazione pazzesca, che porterò sempre nel cuore! I festeggiamenti post gara sono stati però la parte più divertente!

4. Cosa fai per concentrarti?

Seguo un metodo ben preciso, stabilito insieme al mio mental coach e amico del cuore, Sandro Gori. Eseguo tecniche di respirazione, visualizzazione e tanti altri “trucchi” che mi permettono di ottenere alte performance, tenendo basso il mio tasso di stress, dovuto alla competizione. Tecniche che con il tempo e l’esperienza sono diventate per me indispensabili e insostituibili. Sandro è inoltre un ipnotista professionista di altissimo livello e per me è una fortuna, nonché un onore, poter lavorare con lui.

5. Quanto sono fondamentali gli strozzatori Gemini nella riuscita delle tue imprese sportive?

Molto fondamentali direi! Un atleta tiratore non può prescindere dall’avere un’attrezzatura perfetta! Gli strozzatori devono necessariamente essere tali.

Il mio caro amico Giovanni non produce solo strozzatori, ma vere e proprie “chicche” personalizzate! Un solo commento, permettetemi l’espressione ... “tanta roba”!

6. Qual è il loro punto di forza a tuo avviso?

La precisione e l’accuratezza con cui sono concepiti, progettati e realizzati ... e la passione che Giovanni mette nel produrre questi piccoli capolavori di tornitura!

7. Che arma usi e che strozzatore scegli?

La mia arma è una Beretta DT11 che ormai uso da diversi anni. Per quanto riguarda gli strozzatori non ho una scelta fissa; da campo di tiro a campo di tiro scelgo in base ai piattelli che trovo. La vasta gamma di opzioni proposte mi permette di concedermi questo lusso.

8. Che consiglio daresti ad un giovane che si approccia a questo sport?

Consiglierei innanzitutto di provare, per combattere gli infondati pregiudizi sul mondo delle armi decantati da persone che non hanno mai messo piede in un tiro a volo!

Poi consiglierei di farlo con passione, dedizione e grande rispetto per i propri genitori che sacrificano tempo e denaro per permettere ai propri figli di intraprendere un percorso non per tutti.

9. Vuoi darci qualche consiglio per migliorare ulteriormente il nostro prodotto?

Ci vorrebbe giusto un po’ di colore, il mondo del tiro a volo ne ha bisogno!

Per il resto credo che meglio di così ... si rischi solo di peggiorare (smile) ... complimenti!